Benvenuti amici e amiche! Questo sarà un mio diario, nel quale parlerò della mia malattia e di come son riuscita grazie ad un trapianto a vincerla, le mie paure, le mie emozioni, racchiuse in un blog; insomma la mia storia.Tutto questo affinchè possa servire a dar coraggio a chi attende ancora e a far capire l'importanza della donazione degli organi.
martedì 22 maggio 2012
In reparto
Ed ecco arrivato il momento di lasciare terapia intensiva e passare, ancora per pochi giorni, in reparto.Ricordo la gioia di quel giorno, finalmente avrei dormito in un letto decente, che non si muoveva di continuo. Ero libera da drenaggi e tubi vari, ero libera di uscire fuori dal reparto ed arrivare al bar, che si trova nell'ospedale stesso,e fare la mattina una colazione decente.Quella mattina andai in reparto, stanza nr.8.....2 letti, il mio occupato ancora da una signora sulla sessantina che in mattinata sarebbe stata trapiantata. Andai a trovarla, era preoccupata e spaventata, cercai di calmarla e di rassicurarla dicendole che certo non era una passeggiata, ma tutto sarebbe andato bene, perchè i chirurghi erano bravissimi, non avrebbe sofferto e che l'unico fastidio era la Bipap (la famosa maschera spara ossigeno). Riuscii a farla ridere e penso a calmarla veramente e senza accorgemene, rassicurai anche la vicina di letto. Dopo una 30 di minuti la signora fu portata in sala operatoria ed io mi trasferii(il reparto era di fronte alla terapia intensiva, sullo stesso corridoio, potevo andare a trovare i miei infermieri quando volevo). Cosi feci amicizia con la mia vicina di letto era li per un intervento abbastanza pericoloso, come importanza e impegno veniva subito dopo il trapianto. Dovevano toglierle e far analizzare un noduletto che si trovava fra fegato e pancreas. Aveva poverina un prurito pazzesco dovuto alla bilirubina alta che la tormentava, specialmente di notte. Io ero ormai un uccel di bosco....il prof. Lupo tutte le volte che veniva per controllo, non mi trovava era fuori.....le giornate erano ancora calde; cosa normale giù da noi ed mi mi facevo delle passeggiate o mi sedevo alle panchine fuori dal reparto... sotto un albero e respiravo aria e profumi diversi... vedevo il via vai degli studenti che frequentavano la facoltà di medicina e il via vai dei parenti, dei medici, insomma vedevo la vita... sentivo il cinguettio degli uccellini sugli alberi... era una sensazione quasi nuova.....ma ero io che la vedevo cosi stando attenta ad ogni piccola cosa potesse darmi gioia.Era rimasto ormai solo un problema il cibo.....certamente non potevo dar torto a Cavaliere(che era rimasto ancora in terapia intensiva)non era piacevole mangiare ciò che ti davano, tanto che spesso e volentieri mi portavano qualcosa da casa. Andavo a vanti a yoghurt e frutta....tutto il resto aveva sempre lo stesso sapore. Forse per il fatto di aver tenuto la centrale( un catetere venoso giugulare, da dove poter attaccare varie flebo senza star a trovare ogni giorno una vena). Forse il fatto che tutti i medicinale passassero attraverso la gola, mi aveva un po' alterato le papille gustative, perciò tutto aveva un saporaccio tranne i dolci.Vi metto le immagini del famoso letto ballerino, delle calze sexy anti trombosi e di dove era posizionata la centrale( le calze sexy,una tortura pazzesca per fortuna una volta che cominci a camminare le togli)
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