Non so quanti minuti rimasi ferma, seduta sul letto, con la mente vuota.... sembrava un sogno o un incubo, non lo so,finche Carlo non si avvicino dicendomi di sbrigarmi. Mi alzai guardai l'orario mancavano pochi minuti a mezzanotte....i miei dormivano cosa fare? Dovevo telefonare o no? Mi dispiaceva, svegliarli, sapevo che poi non avrebbero più dormito, e anche che allo squillo del telefono si sarebbero spaventati, pensando fosse successo, qualcosa.... d'altronde non potevo non farlo, si sarebbero offesi e mia madre me l'avrebbe rinfacciato per tutta la vita. Cosi mi armai di coraggio e chiamai, rispose mio padre, (lui non è una persona molto loquace) gli dissi che avevo ricevuto la chiamata e che stavo andando al Policlinico mi rispose va bene, con un filo di voce ... lo rassicurai dicendogli di non preoccuparsi e che avrebbero avuto notizie da Carlo e chiusi; cosa sia successo poi a casa dei miei non lo so.Presi la solita valigia che portavo in ospedale e cominciai a riempirla con le solite cose: biancheria intima, asciugamani, camicie da notte ed altro.... senza pensare che in effetti non mi sarebbe servita, perchè dopo l'intervento sarei stata in terapia intensiva.
Ora veniva per me la parte più dolorosa svegliare Stefania che già dormiva e salutarla; la mia mente faceva dei turbini pazzeschi di pensieri l'avrei rivista? o sarebbe stata l'ultima volta che l'abbracciavo, comunque sforzandomi di sorridere, anche se dentro avevo l'inferno la svegliai e le dissi che andavo in ospedale per il trapianto... credo ci abbia messo qualche minuto a focalizzare il tutto, ma poi mi sorrise mi disse ciao mamma ci vediamo, mi abbraccio e tornò a letto. Lei era sicura che tutto sarebbe andata bene? o come me sorrideva per non lasciarmi andar via con la tristezza , vedendomi anche tremare? Neanche questo so, so solo che torno a letto. L'unico che mi seguiva passo passo era Leo con i suoi occhioni dolci, ma assonati dormiva anche lui, ma non smetteva di seguirmi aveva capito.... che andavo via e secondo me aveva intuito che non era come le altre volte. Mi fermai, ormai ero vestita, mi sedetti, e lo accarezzai tanto, ma tanto, anche perchè sapevo che dopo( ma guarda in quel momento pensai al dopo),non avrei più potuto toccarlo per un paio di mesi almeno.Carlo era andato giù con la valigia e stava mettendo in moto la macchina ed io ne approfittai per guardarmi la casa come fosse l'ultima volta e risalutare Stefania.Poi dissi a me stessa su Lu coraggio andrà bene e chiusi la porta a chiave e raggiunsi Carlo. Entrai in macchina e mi vennero in mente le parole di Iris.... già bisognava avvisare gli amici su fb. ma a quell'ora chi chiamare?Vale, la mia piccola Vale lei sicuramente era sveglia e sicuramente era su fb, infatti le mandai un sms dove le dicevo che stavo andando in ospedale e che mi avevano chiamato per il trapianto, mi rispose con un sono felice lunghissimo, non capiva più niente, parlava con me e contemporaneamente scriveva su fb mi sembrava di sentire le varie voci gridare auguri... forza... andrà tutto bene... sta calma... li sentivo tutti nella mia mente. L'assicurai che Carlo avrebbe dato loro notizie e chiusi, mi accesi l'ultima sigaretta e guardai il panorama fuori. Lo conoscevo benissimo, ma era come se lo vedessi per la prima volta... si sentiva l'odore del mare c'era la luna che lo illuminava era calmissimo, gli alberi.... le insegne.... tutto guardato con occhi diversi cercando di imprimere negli occhi e nella mente anche il più piccolo particolare e poi mi chiedevo.... quando li avrei rivisti?Nel frattempo eravamo arrivati.... l'uomo della guardiola ci guardò e disse su vi aspettano e auguri, gli risposi grazie ed intanto il mio cuore pareva volesse scappare via...uscire fuori dal mio petto per come batteva; allora mi resi conto che durante il tragitto non avevo detto una parola. Entrammo in reparto e sfoderavo un sorriso non molto spontaneo, ma forzato, comunque dopo i vari esami di routine mi misero in stanza, era una singola,mi assicurarono che tutto sarebbe andato bene, mi dissero di farmi una doccia, non perchè fossi sporca, ma era la prassi, con un liquido marrone che puzzava da morire: era un disinfettante e mi lasciarono delle calze auto reggenti(molto sexy) bianche, che avrei dovuto mettere la mattina dopo prima di entrare in sala operatoria, e che servivano per evitare trombosi alle gambe.Nel frattempo si erano fatte quasi le 3, mandai Carlo a casa, sarebbe tornato la mattina dopo, e cercai di dormire, cosa non facile,ma sarà stata tutta l'agitazione che nel frattempo si era calmata per mia fortuna mi addormentai.
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