Quel benedetto viaggio in ambulanza sembrasse non finire mai, i km sembravano il triplo di quello che in realtà sono (solo 21), finalmente arrivammo in ospedale e su in reparto, nella sala d'attesa c'era mio padre sorridente che mi aveva portato la mia roba, camicia da notte, slip e tutto il resto. Mi misero in una stanza, da sola e la cosa non mi dispiacque affatto, ritrovai una vecchia amica del Magistrale che faceva la capo sala in quel reparto, le infermiere mi aiutarono a mettermi la camicia da notte.... finalmente qualcosa adosso che profumava di vero pulito e non di disinfettante.Dopo un pò arrivò mia zia con una bottiglia d'acqua.... evvai potevo anche bere, ma le infermiere mi dissere che finchè non arrivava il medico e dava il permesso, potevo solo sciacquarmi la bocca.Quella volta sinceramente me ne fregai(scusate il termine) a Trani bevevo ormai da due giorni, perciò nonostante l'attenzione di mia zia, l'acqua la ingoiavo quasi tutta e ne sputavo un pò.Sarà stato il fatto che per giorni non avevo dormito o il fatto che mi ero completamente rilassata ed ero tranquilla ma di fatto sta che dormii parecchio..... insomma alternavo momenti di sonno a momenti di risveglio.Verso le 16 arrivò mia madre(premetto che mi portarono via da Trani alle 14,30 circa)per dare il cambio a mia zia....insomma non mi lasciarono sola un istante. Allora seppi tutta la storia... trasportata d'urgenza(codice rosso) in ospedale i medici dopo una veloce tak fecero ai miei parenti un quadro catastrofico, e a quanto pare lo era veramente, se non mi operavano morivo.....se mi operavano, per le mie condizioni fisiche del momento e per le condizioni del fegato, rischiavo di rimanere sotto i ferri.Fu Stefania a prendersi la responsabilità e ad avere la forza e il sangue freddo di firmare il consenso per l'operazione dicendo agli altri che non sapevano cosa fare; che era l'unica via di speranza che avevo. Terminato l'intervento tutto era andato diciamo bene, i medici avevano chiamato il prof. Memeo(il chirurgo che poi avrebbe effettuato il trapianto) e avevano chiesto a lui in che modo retinare l'ernia per dar meno fastidio durante il trapianto.Le mie condizioni però non erano migliorate molto io ero ancora in come e l'ammonio ancora altissimo avevo bisogno di essere compensata e a Bari purtroppo non c'era posto cosi fui trasportata a Trani in terapia Intensiva.La cosa che mi lasciò veramente stupita e che mi confermò già quel che sapevo fu quando mi raccontarono del mio cane.Leo, (cosi si chiama il mio cane) è un incrocio fra un pit bull e un rottewailler, certo una macchina da guerra, ma è buono come un agnello, noi riusciamo persino a toglierli un osso dalla bocca. Come tutti i cani però se qualcuno che non conosce entra in casa lui all'inizio abbaia e poi si avvicina per annussarlo e poi gli fa le feste se chiaramente stiamo noi in casa(se dovessero entrare dei ladri a casa e non ci fosse nessuno non credo avrebbe quella reazione).Mamma mi disse che quando entrarono in casa gli infermieri e il medico dell'ambulanza con la barella lui invece era seduto in silenzio all'angolo del corridoio vicino alla camera da letto e mi guardava e piangeva.....povero cucciolo sentiva che forse non mi avrebbe più rivisto....avrei voluto averlo li in quel momento e coccolarlo tutto(lui ama da morire le coccole).Verso le 18 arrivò anche Stefania era appena arrivata dall'università la strinsi forte a me, volevo piangere, ma non lo feci... lei sorrideva e le si leggeva la gioia negli occhi e mi racconto il tutto dal suo punto di vista. Devo ammettere che ridemmo tanto. Mi aspettava però un'altra scoperta per me sconvolgente senza farci caso mi guardai dopo tanto tempo (a Trani non l'avevo mai fatto), le braccia..... mamma mia sembravano le braccia di una tossica; piene di ematomi violacei e anche le mie cosce, se volevamo chiamarle cosce, nelle stesse condizioni. Con l'aiuto di mia zia mi alzai da letto per andare in bagno e......penso che non urlai per contegno, avevo la stanza piena di gente che era venuta a trovarmi,ma ero ancora gialla e avevo un grumo di sangue al lato di una narice e i capelli....inguardabili parevano che avessero preso una enorme scossa elettrica... insomma befane più brutte di me in quel momento non esistevano ahahahah!!!!!Dopo circa 5 giorni finalmente tornai a casa e stavolta senza la bestia nera......
Benvenuti amici e amiche! Questo sarà un mio diario, nel quale parlerò della mia malattia e di come son riuscita grazie ad un trapianto a vincerla, le mie paure, le mie emozioni, racchiuse in un blog; insomma la mia storia.Tutto questo affinchè possa servire a dar coraggio a chi attende ancora e a far capire l'importanza della donazione degli organi.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento se vuoi, mi fa piacere! Grazie Luciana