Benvenuti amici e amiche! Questo sarà un mio diario, nel quale parlerò della mia malattia e di come son riuscita grazie ad un trapianto a vincerla, le mie paure, le mie emozioni, racchiuse in un blog; insomma la mia storia.Tutto questo affinchè possa servire a dar coraggio a chi attende ancora e a far capire l'importanza della donazione degli organi.
mercoledì 11 aprile 2012
Il 7/01/2010
E' arrivato il giorno di andarmi a ricoverare a Brindisi, per farmi la tips, che mi permetterà di vivere in attesa di essere inserita nella lista per i trapianti senza più il problema ascite e quindi paracentesi. Partiamo la mattina alle 5, perchè per le 8 devo essere in clinica. Devo ammettere che non sono nervosa nè tantomeno spaventata, ho conosciuto l'angiografo che mi opererà mi ha spiegato tutto e oltretutto ho anche scoperto che è il figlio di un prof. di matematica del Magistrale(che ho frequentato e diplomata).La cosa che invece mi preoccupa è la struttura, spero non sia proprio da ospedale quasi da carcere, sono abituata alla clinica la Madonnina e dai balconi si vedono gli alberi, il giardino, insomma a volte se sogni ad occhi aperti non ti sembra di essere in ospedale, poi ormai li sono di casa, conosco tutti gli infermieri e si scherza e ride sempre.Eccoci arrivati le 8 precise, prendo la valigia e ci avviamo, devo ammettere che l'impatto con la struttura non è male; non c'è un giardino, ma degli alberi e le panchine per sedersi fuori, c'è anche un piccolo bar con i tavolini bhe! pensavo peggio. Mi ricovero, faccio le solite analisi di routine e vado in camera, ci sono solo 2 letti ed uno è occupato da una signora anziana, l'ambiente è pulito e il personale paramedico sembra abbastanza simpatico e umano( questo per noi è vitale). Sistemo le mie cose, Carlo è ancora con me, ma per poco poi dovrà andare via, questo mi fa star male , non sono mai stata da sola lui ogni giorno veniva a trovarmi e restava con me quando ero ricoverata a Bari, anche due volte al giorno. Ora invece andrà via e tornerà l'11 che è il giorno dell'intervento con mia madre, star sola mi angoscia un pò. Comincio a parlare con la mia vicina di letto e scopro che devono amputargli un piede che è andato in cancrena per il diabete(soffre molto, per fortuna a momenti).Carlo va via ed eccomi qui da sola, resto a letto zitta e penso, ma stranamente la mente è vuota sento solo la mancanza dei miei di Carlo e di mia figlia. Arriva una signora è la nipote della mia vicina che da quel momento chiamo zia Iolanda, è stata la mia fortuna ed è nata un'amicizia sincera che dura tutt'ora ci sentiamo sempre al tel e se possiamo andiamo a trovarla. Rita la nipote di zia Iolanda è una persona splendida, ne ho conosciute tante in ospedale e con tutte o quasi ho ancora rapporti, non mi fa sentire sola e quando viene a trovare la zia cioè sempre scendiamo giù incappottate e ci fumiamo una sigaretta sedute ai tavolini del bar. E' arrivato l'11 puntuali alle 9 mia madre e Carlo sono da me, è stata la giornata più lunga, avrei dovuto essere la prima, invece sono stata l'ultima ad essere operata ed ero li come una deficiente con questo camice verde addosso ad attendere..... ecco una parola che ormai faceva parte integrante della mia vita. Conosco l'anestesista(per fortuna mia ho sempre avuto anestesisti meravigliosi, ma ammetto questo è il mio preferito).Un uomo giovane ma simpaticissimo e dolcissimo finalmente alle 21 mi portano in sala operatoria e.... l'oblio, il nulla. Mi sveglio in terapia intensiva dovevo restarci solo quella notte, e mi rendo conto che non ho tagli e tutto stato fatto dalla giugulare e l'anestesista e li accanto a me mi sorride mi dice che gli ho fatto vedere i sorci verdi per i miei valori ematici, ma tutto è andato bene.La notte la trascorro tranquilla senza dolori ma sudavo dannatamente ero tutta bagnata, mia madre e Carlo son rimasti tutta la notte con me entravano ed uscivano dalla stanza di terapia, ma io ero ancora stonata dall'anestesia che volevo solo dormire. Ormai era fatto ed ero tranquilla, il giorno dopo sono tornata nella mia stanza, la sera mi sono anche alzata da letto. Mia madre e Carlo andarono via, ma io non mi sentivo più sola, avevo un angelo vicino a me un'amica meravigliosa di nome Rita.
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